di-sotto-in-su-italian-expression-illusionistic-painting-technique

Immaginiamo di entrare in una stanza, guardandoci intorno e poi alzando i nostri sguardi verso l’alto per accorgerci che il soffitto è stato sollevato dalla camera! Per un attimo sussultiamo per la sorpresa, poi ci rendiamo conto che è un trucco di illusione che ha alterato la nostra percezione della realtà. Questa è l’esperienza che qualcuno avrà visitando la camera degli sposi designata da Andrea Mantegna nel castello di San Giorgio a Mantova.

Su ogni parete c’è una rappresentazione dei personaggi importanti nella vita di Ludovico Gonzaga che commissionò il lavoro nel 1465. Sulla parete ovest sono raffigurati Ludovico e sua moglie Barbara di Brandenburgo e intorno a loro stanno i parenti e i cortigiani. Però la parte della camera più impressionante è il soffitto dove Mantegna ha disegnato una finestra circolare, uno scorcio che dà l’illusione che il soffitto si apra al cielo. Illusioni ottiche e “trompe l’oeil” (un’espressione Francese) come queste sono una delle ragione per cui ho deciso di studiare l’arte del barocco a scuola.

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Di sotto in su è la espressione usata per descrivere questo trucco di illusione iniziato nel quattrocento dai pittori come Mantegna e Melozzo da Forli. Di sotto in su vuole dire “visto da sotto”. Più tardì, con lo sviluppo del seicento la maturazione di questo stile illusionistico è stata chiamata “Quadratura” (però è un espressione più usata in inglese). I pittori del primo barocco, a differenza dei loro predecessori che avevano usato solo la loro intuizione, utilizzarono delle avanzate formule matematiche di architettura per creare i loro spazi illusionistici e i risultati sono decisamente più drammatici.

Vedi gli esempi qui sotto! Secondo me sono incredibili e mi tolgono il fiato. Mi stupisce come un pittore abbia potuto “bucciare” indietro una parete per darci uno sguardo su un altro mondo, così reale che sembra quasi che possiamo entrare nello spazio, toccarlo e andare in giro a esplorarlo. Mi raccomando! Entrate in questi spazi con cautela. Chissà, che qualcuno possa incontrare uno dei putti di Mantegna o di Andrea Pozzo che cade da sopra sulla testa!

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Sant’Ignazio – Andrea Pozzo
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Fresco with Trompe l’oeuil – Andrea Pozzo – Jesuit Church Vienna
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Giovanni Battista Tiepolo

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17 Comments

    1. è vero! Ho visto questo prima. Penso che sia una delle ragioni per cui non posso vedere gli errori di ortografia in inglese…o in italiano! 😉 (non ho una scusa così bella per spiegare gli errori della grammatica!)

      : Aoccdrnig to a rscheearch at Cmabrigde Uinervtisy, it deosn’t mttaer in waht oredr the ltteers in a wrod are, the olny iprmoetnt tihng is taht the frist and lsat ltteer be at the rghit pclae. The rset can be a toatl mses and you can sitll raed it wouthit porbelm. Tihs is bcuseae the huamn mnid deos not raed ervey lteter by istlef, but the wrod as a wlohe. 🙂

      1. Credo che lo stesso meccanismo si possa applicare alle conversazioni. La difficoltà a comprendere un dialogo, da parte di uno straniero, è dovuta alla scarsa abitudine a certi costrutti linguistici. Se tu dici “non ne vale”… la mia mente anticipa “…la pena” e quindi potresti anche omettere il resto della frase, o perlomeno la mia mente è già pronta ad ascoltarla. Ad esempio, riusciamo a capire bene quel che dice la TV anche se siamo intenti a fare qualcos’altro… 😉

  1. Brava Melissa, come sempre un articolo ben scritto, interessante, e divertente. Avevo capito che la differenza fra “di sotto in su” e “quadratura” tratta del uso dell’architettura falsa, che indica quadratura. Come nel esempio piu famoso (il soffito della capella sistina di Michelangelo) si vede tutte le due. Il figure del Dio separando il luce e il buio e rappresentato usando di sotto in su, ma le parte archittetoniche, che dividono lo spazio del soffitto in “quadre”, e in fatto “quadratura”.

  2. Ciao Melissa!
    Sono capitato per caso su questo blog. Siccome inciti i possibili lettori delle tue pagine a inviarti suggerimenti e a segnalare i tuoi (eventuali) errori, mi permetto di farti notare qualche imprecisione che hai scritto, anche per aiutarti a migliorare il tuo italiano che è comunque a un buon livello!
    Spero di non risultare saccente anche perché è inevitabile che ti corregga, sono italiano!:-)
    Troverai le mie correzioni in MAIUSCOLETTO e qualche nota esplicativa e osservazione tra parentesi ().

    Buona fortuna, o come dite voi: Good luck!:-)

    Immaginiamo di entrare in una stanza guardandoci intorno e poi, alzando i nostri sguardi verso l’alto, ACCORGERCI che il soffito è stato sollevato daLLA camera! (Accorgerci è decisamente meglio di “per trovare” in questo caso. Anche se l’ho corretta grammaticalmente, non riesco a capire il senso della frase; è logico che il soffitto sia sollevato dalla stanza, altrimenti sarebbe un pavimento!).
    Sussultiamo PER LA sorpresa – la nostra percezione DELLA realtà – questa è l’esperienzA CHE qualcuno avrà – nella vita di Ludovico Gonzaga CHE ha commissionato/commissionò il lavoro nel 1465 (Il passato remoto è più corretto se si parla di azioni avvenute molto tempo fa!) – Sulla parete ovest sono RAFFIGURATI Ludovico e sua moglie Barbara di BrandenburgO e intorno a loro STANNO i parenti e i cortigiani. (I due “sono” da soli seppure non sbagliati suonano molto strani ad un italiano!) – uno scorcio che dà l’illusione che il soffitto SI APRA al cielo – Più tardì, con lo sviluppo del seicento, la maturazione di questo stile illusionistico è stata chiamata “Quadratura” (però è un espressione più usatA in inglese) Ho riformulato la frase perché era sgrammaticata. Attenzione a frasi come questa: “si è venuto ad essere chiamato” (sic!) totalmente IMPOSSIBILI in italiano; sostituisci con: “è stato chiamato” se il soggetto è maschile o “è stata chiamata” se è femminile!- I pittori del barocco alto (?) volevi intendere: i pittori DEL PRIMO BAROCCO – a differenza dei loro predecessori, che AVEVANO USATO solo la loro intuizione, hanno utilizzato (UTILIZZARONO) DELLE AVANZATE formule matematiche di architettura per creare i loro spazi illusionistici e i risultati sono decisamente più DRAMMATICI. Vedi gli esempi QUI sotto! – La seguente frase è da riformulare completamente:”Sono incredula che un pittore avrebbe potuto “bucciare” indietro una parete…” TI SUGGERISCO DUE OPZIONI: 1) Rimango incredula di fronte al fatto che un pittore abbia potuto “bucciare” ECCETERA… 2) Mi stupisce come un pittore abbia potuto “bucciare” eccetera.. – per darci uno sguardo SU un altro mondo, così reale che sembra QUASI che possiamo entrare nello spazio, toccarlo e andare in giro A esplorarlo. – Entrate IN questi spazi con cautela. – Chissà CHE qualcuno POSSA incontrare uno dei putti di Mantegna o DI Andrea Pozzo (senza il DI sembra che sia Andrea Pozzo che ti cade sulla testa!) che cade da sopra sulla testa!

    1. Ciao Stefano! Prima di tutto devo ringraziarti per prendere il tempo per leggere il blog e poi per prendere il tempo per farmi le correzioni. Non puoi immaginare quanto mi apprezzo la tua risposta! Mi hai dato un bel regalo. Ho appena aggiornato il blog e oggi intendo di studiare i tuoi miglioramenti. Sono molto contenta! 🙂

    2. Correggo la correzione 🙂
      Ti è probabilmente sfuggito “soffito”, che dovrebbe invece essere “soffitto”, con due “t”.
      Melissa si riferisce alla tecnica pittorica del trompe l’oeil, la quale, conferendo virtualmente al soffitto una profondità maggiore di quella che ha, fa sì che sembri più alto di quel che è realmente, quindi sembra “sollevato dalla stanza”.

      1. Ciao Maelström,
        in effetti mi è sfuggito, anche perché chi legge molte volte tende a correggere mentalmente gli errori di ortografia senza rendersene conto…. ma non è l’unica cosa che mi è sfuggita o che non ho ritenuto di evidenziare anche per non risultare un pedante rompiscatole; mi sono limitato a fare una correzione veloce degli errori più evidenti cercando di non appesantire troppo il mio intervento.
        So cosa sia uno sfondato prospettico, ma onestamente, la frase, così come è scritta, a me risulta abbastanza oscura, tutto qui! 🙂
        Ad ogni modo ribadisco, se non l’ho fatto esplicitamente, la mia stima per chi, come Melissa, ha il coraggio e la voglia di scrivere un blog in una lingua straniera e di confrontarsi con gli inevitabili errori al fine di migliorarsi.
        Un saluto! 🙂

  3. Di niente Melissa! 🙂
    Sono contento che i miei suggerimenti ti abbiano fatto piacere!
    Ora l’articolo è quasi perfetto, almeno dal punto di vista grammaticale. Ci sono ancora dei piccoli errori che mi erano sfuggiti a una prima lettura, ma si tratta di cose di poco conto!
    Quando posso non mancherò di darti dei suggerimenti; il tuo italiano è buono ma ci sono delle cose che si possono correggere per renderlo ancora migliore e ho intenzione di aiutarti!

    1) Ho notato, ad esempio, che tendi a usare l’infinito dopo l’espressione “devo ringraziarti per” o “ti ringrazio per”, mentre invece la forma corretta in questi casi è con l’infinito composto:
    Devo ringraziarti per AVERE preso il tempo di leggere…
    Ti ringrazio per AVERE preso il tempo di leggere….

    quindi:

    Sbagliato:”Ti ringrazio per leggere il mio blog.”
    GIUSTO: “TI RINGRAZIO PER AVERE LETTO IL MIO BLOG.”

    Sbagliato:”Ti ringrazio per scrivermi le correzioni.”
    GIUSTO: “TI RINGRAZIO PER AVERMI SCRITTO LE CORREZIONI.”

    Tuttavia, sistemato l’aspetto grammaticale, l’espressione corretta quando vogliamo ringraziare qualcuno che ci ha dedicato il suo tempo si fa con AVERE e NON con PRENDERE:

    DEVO RINGRAZIARTI PER AVERE AVUTO IL TEMPO DI LEGGERE IL MIO BLOG!;-)

    2) “Non puoi immaginare quanto mi apprezzo la tua risposta!” Non puoi immaginare quanto IO apprezzI la tua risposta.

    3) “Mi hai dato un bel regalo”è corretta dal punto di vista grammaticale ma non si usa! I regali si danno, ma in italiano si possono anche FARE! E noi italiani diciamo: MI HAI FATTO UN BEL REGALO!:-)

    4) “oggi intendo di studiare i tuoi miglioramenti.”

    INTENDO STUDIARE I TUOI MIGLIORAMENTI!
    Intendo leggere questo libro.
    Intendo andare in vacanza in Francia.
    Intendo ringraziarti per l’aiuto.

    Sempre SENZA il “di” che invece puoi usare nell’espressione “avere intenzione di” che significa la stessa cosa!

    Intendo comprare una casa in Toscana. = Ho intenzione di comprare una casa in Toscana.

    I signori Rossi intendevano partire per Parigi. = I signori Rossi avevano intenzione di partire per Parigi.

    Per ora può bastare!:-)
    A presto!

    1. Grazie di nuovo! I tuoi commenti sono utili. Qualche volta penso troppo in inglese quando cerco di scrivere in Italiano:

      In inglese: Thank you for reading my blog.
      In italiano: Thank for having read my blog.

      In inglese: You have given me a great gift.
      In italiano: You have made me a great gift.

      So che si usa “di” dopo “intensione”
      e ora mi rendo conto che “di” non è necessario dopo “intendo”

      (ho la tendenza di usare la preposizione “di” molto, cercherò di frenare il mio entusiasmo per usare questa preposizione!) 🙂

      1. Le preposizioni sono uno degli argomenti più difficili da dominare. Anch’io che parlo correntemente lo spagnolo e il francese, due lingue “sorelle” dell’italiano, a volte penso in italiano e sbaglio preposizione! 🙂
        Pure io frenerò il mio entusiasmo nel correggerti perché mi sembra di appesantire il tuo bel blog che invece deve mantenere quel sentore di freschezza e spontaneità che gli hai dato e non essere riempito di annotazioni grammaticali.
        Magari ti posso mandare delle correzioni o delle osservazioni in altro modo, tramite mail…. tu la mia mail dovresti comunque averla visto che mi sono registrato sul blog.
        Per qualsiasi dubbio sarò felice di aiutarti.
        Un caro saluto! 🙂

      2. Non ti preoccupare Melissa, il tuo italiano è molto buono.
        So bene che il suono della “z” può tradire: è “intenzione”, non “intensione” 🙂
        Le preposizioni sono in effetti un argomento complicato.
        Per un italiano è difficile, per esempio, accettare che in inglese si faccia l’amore “to” qualcuno; noi l’amore lo facciamo “with” qualcuno! 😀

  4. Stefano, le tue correzioni aiutano a tutti noi che leggiano il blog di Melissa.
    Mandare le tue osservazioni in altro modo, serà la nostra perdità.
    una studente di italiano

    1. Ciao Antoinette!
      quando posso, continuerò a scrivere le mie osservazioni, ad ogni modo sia chiaro che il blog è di Melissa e che io sono solo un ospite che non intende in alcun modo usurpare lo spazio altrui!

      1) Già che ci sono ti faccio notare che il verbo “aiutare” regge direttamente un SOSTANTIVO senza bisogno della preposizione “a”.
      Sbagliato: Le tue osservazioni aiutano a tutti noi
      GIUSTO: LE TUE OSSERVAZIONI AIUTANO TUTTI NOI
      Altri esempi con “aiutare”:
      Aiuto un mio amico. I volontari aiutavano le persone in difficoltà. Non aiutare nessuno. Aiutare i poveri… etc…

      La preposizione “a” ricompare ma solo quando “aiutare” regge un VERBO all’infinito: Leggere questo libro lo aiuterà a superare l’esame. La madre aiutava i bambini a vestirsi. Aiutare a mangiare, aiutare a leggere… etc….

      2) Esiste la forma femminile di studente: STUDENTESSA! “Una studentessa di italiano.”

      Per il resto qualche piccola svista di ortografia: leggiaMo, sArà, “perdita” senza accento sulla à! (l’accento cade sulla “e” ma non si segna)
      Ad ogni modo non esageriamo sul fatto della perdita, non mi sento poi così fondamentale! 🙂
      Ciao!

      1. >Esiste la forma femminile di studente: STUDENTESSA!

        Purtroppo 🙂
        Ho sempre odiato il suffisso “-essa” che si aggiunge alle qualifiche maschili, per renderle femminili (orribili, per esempio, “avvocatessa” o “vigilessa”). Un tempo veniva addirittura usato in via denigratoria: una “filosofa” diventava una “filosofessa” 🙂
        Essendo “studente” il participio presente di “studiare”, non vedo perché non si dica “una studente” 🙂