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Image Credit: Lucille Ball, I Love Lucy

Mi ricordo bene il primo momento quando ho sentito Lucille Ball parlare in italiano. Ero una studentessa a Firenze e durante le prime settimane della mia permanenza, ho vissuto con altri studenti americani in un pensione vicino a santa Maria Novella. È stato nella sala comune dove ho visto in tv il vecchio programma dagli anni sessanta “Io ed Lucy” / “I Love Lucy”. Ogni sera la televisione nella sala era accesso e gli amici ed io non riuscivamo mai ad uscire senza fermarci un attimo, per guardare gli attori americani che trasudano americanismo, ma dalle bocche scorrevano parole italiane.

Che curioso e buffo, pensavo io in quei momenti, ascoltando allo scambio delle battute degli attori e la voce di Lucy con il accento italiano, e mi sono venute in mente due cose: 1) perché in Italia c’era ancora in onda il vecchio programma “I Love Lucy”? e 2) perchè le voci di Lucy e i suoi amici sono stati doppiati in Italiano come se fosse un commedia italiana, quando gli americani non guardano mai programmi italiani doppiati in inglese. Ok posso ammettere che “I Love Lucy”, da molti anni è stato molto popolare ed è un classico, ed è una ragione accettabile per essere ancora in onda. Ma continuavo a domandarmi, perché non esistevano il contrario in America? Ricordate che anche per i film italiani più recenti e notevoli, come “La vita è bella” che ha vinto l’Oscar, non esistono versioni doppiate in inglese, solo le versioni con sottotitoli. Come mai questo fenomeno?

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Image Credit: AmiCinema

Per uno studente della lingua, si deve ringraziare il cielo che l’arte di doppiaggio esiste e che gli italiani eccellono in questa pratica perché non c’è nessun modo migliore per fare pratica della lingua! Il doppiaggio è il procedimento con quale nei prodotti audiovisivi si sostituisce la voce originale di un attore, o un personaggio, con quella di un doppiatore. Fu inventato nel 1932 in Hollywood. Subito dopo in Italia vennero emanate delle leggi che imposero che il doppiaggio dei film dev’essere fatto nel paese in cui è stato destinato di essere distribuito. Comincia così il periodo d’oro del doppiaggio italiano fino all’imposizione da parte del governo fascista di una tassa sul doppiaggio dei film americani e la pratica è stata vietata. Nel settembre 1943 caddero le barriere nei confronti dei film americani, e quasi tutti i doppiaggi degli anni ’30 furono rieffettuati dopo la guerra, e il doppiaggio diventà una vera industria attiva. La cultura del doppiaggio, diffusasi in Italia per ragioni non solo politiche ma anche sociali.

Ora in Italia c’è un legame speciale tra i doppiatori italiani e gli attori americani che loro interpretano. Per ciascun attore americano c’è un doppiatore italiano con cui il popolo identificano l’attore. Questo vuol dire che quando gli italiani sentono la vera voce vera dell’attore americano a loro non piace o la dispregiano. Vera storia: Quando un’amica, molto appassionata di “La Vacanza Romana”, ha sentito la vera voce di Gregory Peck, effettivamente è caduta dal divano nelle risate dicendo, “non c’è la posso più…che brutta voce lui ha!”

Fan o nemico? Doppiaggio può essere un’arte che rendere i film americani accessibili a un pubblico più grande. Ma come al solito ad alcune persone non piace. Infatti, tanti Italiani si lamentano che con il doppiaggio la tonalità e le sfumature della voce del vero attore straniero è persa. Secondo loro com’è possibile ricreare la vera voce di Bart Simpson o quello di Sheldon Cooper del Big Bang Theory con un facsimile? Secondo queste voci, se gli Italiani sapessero l’inglese, non sarebbe necessario l’industria di doppiaggio. Dalla mia parte…sono un fan…e ogni volta che vado in Italia torno con una valigia strapiena di film italiani e film americani doppiati in italiano.

Recentemente ho letto un bell’articolo sull’arte di doppiaggio scritto da Italy Mag – The Top Ten Italian Voices Behind Hollywood Stars. Nel articolo c’è un’elenca dei doppiatori più famosi, come Ferruccio Amendola, Alina Moradei, Giancarlo Giannini, Oreste Lionello, Cristina Boraschi Riccardo Onorato che interpretano attori come Robert de Niro, Katherine Hepburn, Jack Nicolson, Woody Allen, Julie Roberts and Johnny Depp. Ecco un piccolo tributo:

http://www.youtube.com/watch?v=qg4N9cqQt-8

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7 Comments

  1. A fronte di scelte di doppiaggio, o di traduzione, discutibili, che spesso però, ho scoperto, dipendono da fisime assurde della casa distributrice del film, ci sono molti esempi di ottima traduzione e, in alcuni casi, il film doppiato ci ha guadagnato perché gli interpreti del film, magari un po’ carenti, hanno potuto beneficiare della capacità espressiva del doppiatore.
    Se un film, o un libro, mi è piaciuto in italiano poi sono portato anche a vederlo in lingua originale, specie se qualche passaggio mi è risultato poco chiaro, o solo per la curiosità di vederlo in lingua originale; probabilmente il doppiaggio ci rende pigri e poco invogliati a imparare una lingua straniera, ma del resto l’alternativa al doppiaggio è il sottotitolo che in un film distrae dal fluire delle scene.
    Del resto noi pensiamo in termini bilinguistici; lingua madre e inglese, ma nel mondo ci sono moltissimi linguaggi che producono buoni film e ottimi libri e senza il doppiaggio/traduzione non sarebbero disponibili al grande pubblico e, per quanto vasta sia la produzione anglofona, ci perderemmo per strada una fetta abbondante di mondo e di opinioni.

  2. L’articolo molto istruttivo,Melissa.Questo fenomeno italiano del doppiaggio ha lasciato perplesso anche me.Invece,visto che non tutti bimbi sanno leggere,doppiaggio di cartoni animati e dei film per bambini sembra piuttosto ragionevole.Però so rispondere alla tua domanda su”I love Lucy.” Va in onda anche oggigiorno perché è il miglior teleromanzo americano mai fatto,no?Leo
    P.S.Habemus papam,habemus papam,Melissa! Sono molto emozionato perché il Papa Francesco mi sembra davvero simpatico 🙂

    1. Ho una proposta per la tua amica a cui non piace la voce di Gregory Peck.Guardi per favore,come ho fatto io poco fa,”Profumo di donna”con Vittorio Gassman che parla in francese.Bel film completamente rovinato dal doppiaggio francese e non credo proprio che la voce di Gassman lei faccia ridere.

  3. Sembra che ci siamo messe d’accordo… e invece il post che si pubblica domani da me lo ho scritto giorni fa senza che noi se ne abbia mai parlato.
    😀

    O sei capitata su un mio scambio su twitter con un tuo connazionale sul suo di doppiaggio?
    (Treat Williams in White Collar con la medesima voce italiana di Robin Williams in Mrs Doubtfire…ahrgh!)
    ^_^

    Vado a nascondermi.
    ah… non doppiano solo in Italia eh, su youtube sono incappata in doppiaggi tedeschi e spagnoli… 😀 non dico che quello italiano sia il migliore, ma solo perché non conosco lo spagnolo e il tedesco! (Per non parlare di come non conosco l’inglese!)
    😉

    Comunque… le voci originali potranno anche fare un effetto strano a sentirle le prime volte, ma non capirò mai chi preferisce il doppiaggio, per quanto fatto bene.
    (Tolto che io in inglese seguo giusto quelle due cose… ed infatti ti scrivo sempre in italiano!)

    Ciao
    Buon fine settimana.

  4. Ciao Melissa! Che blog interessante! Penso di essere una vera nemico di doppiaggio.

    Sono d’accordo che è neccessare traddure le cose (in qualunque lingua) perche è un modo per la gente ovunque di condividere le culture con gli altri. Pero… per i film e per la TV, si deve (secondo me) mettere i sottotittoli. “Ma è faticoso di leggere i sottotitoli” (sento spesso questa cosa dagli italiani). Leggo i sottotittoli quando guardo i film in qualunque altra lingua. Ci sono i problemi anche con i sottotitoli (veramente in francese non so che cosa stanno pensando i tradduttori.. non ha senso qualche volta) ma almeno, si può ascoltare la lingua in versione originale.

    Sono una purista. Se io volessi vedere un film in lingua italiana, guarderei un film italiano!

    Grazie per aver scritto questo blog – che sogetto interessante, Melissa!!

  5. aSinc

    per chi desidera ulteriori informazioni e dati sul doppiaggio consigliamo il nostro sito http://www.asinc.it

    mentre chi volesse approfondire la questione teorica può farlo attraverso l’ottimo volume: Tradurre per il doppiaggio di Di Fortunato & Paolinelli, ed. Hoepli – Milano