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Cari lettori, voglio condividere con voi una lettera scritta da uno dei miei antenati John Sykes, nel 1732 . Recentemente mentre stavo cercando di spiegare ad un’amica italiana che cos’è un Quaker, ho ricordato di aver fatto una traduzione di questa lettera. Sono una Quaker e come potete vedere, vengo da una lunga serie di quaccheri (come si dice in Italiano) che risalgono in Inghilterra.

I Quaccheri, anche conosciuti come la Società degli Amici, sono i fedeli di un movimento religioso appartenente al protestantesimo. Ora sono ben conosciuti per il movimento di pace e di essere obiettori di coscienza.

Questa lettera vecchia, come potete immaginare essendo scritto quasi duecento ottant’anni fa, è stata scritta in uno stile inglese antiquato. Ci sono proposizioni che corrono insieme senza una pausa. Ho provato a tenere lo stile della lettera originale per preservare la voce di mio antenato.

Ecco la lettera di mio bis nonno:
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Un racconto di mio padre, di mia madre e di mio nonno del loro arrivo in America, che prima di venire qui abitavano Derbyshire nel villaggio di “Ashford in the Water” in vecchia Inghilterra. Vennero in America su una nave che si chiamava Il Jefre. Arrivarono a Burlington (ora New Jersey) il primo di settembre nell’anno 1683, avendo con loro solo mia sorella Elizabeth Sykes e me.

La famiglia faceva parte della gente che si chiamava Quakers, che soffrì molto e patì lunghe detenzioni nelle prigioni da parte dei preti e dei governatori della vecchia Inghilterra a causa della sua religione. Avevano tutti buoni rapporti con i vicini. Mio nonno morì poco dopo essere venuto nel paese nuovo essendo molto anziano. Si chiamava John. Mio padre Samuel Sykes visse per altri quattro anni e morì in fede. Mia madre visse molti anni ancora, si sposò un altra volta e morì all’eta di ____ (lui ha lasciato solo una riga senza mettere la data)

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Noi Inglesi che venimmo per primi in America eravamo pochi, ma i nativi – “Endens” (ha scritto “Endens” invece di Indians) erano davvero numerosi. Loro riuscirono ad aiutare gli inglesi portando loro mais e carne di cervo. Quello fu un regalo di Dio. Dio ci tenne ben forniti in questa area selvatica. Eravamo ben protetti non dalle armi ma dal potere Dio che fu sempre attorno a noi. Inoltre gli inglesi comprarono terra dai nativi a un prezzo ragionevole e colonizzarono il paese.

Vi ho scritto questo racconto breve affinché voi, miei ragazzi, possiate essere informati di quando i vostri antenati emigrarono. La nostra fu gente che amava e temeva Dio nei suoi giorni, soffrì per il nome di Dio e per la verità nella sua epoca. O che voi, miei ragazzi, possiate seguire Dio nella vostra vita, e seguire la traccia delle generazioni virtuose che hanno seguito Dio. Affinché possiate, alla fine del vostro tempo sulla terra, entrare anche voi nella gloria di Dio come gli antenati. Questo e’ il sincero desiderio del vostro padre affettuoso.

John Sykes
Chesterfield
25 giorno, 3 mese, 1732

Alcuni anni fa mia madre ha allegata questa nota al retro della lettera incorniciata. “John Sykes aveva solo un anno quando i suoi genitori fecero il viaggio dall’Inghilterra all America. Aveva cinque anni quando suo padre morì. John si sposò con Joanna Murfin e vissero insieme per 67 anni. Ebbero dodici bambini, affettuosi e obbedienti.)

Immaginate se John Sykes e sua moglie Joanna, non avessero dodici ragazzi, forse io, la studentessa matta, non sarebbe qui in questo momento!

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11 Comments

  1. E’ bello avere un documento tangibile che ti collega con le proprie origini; hai mai cercato di rintracciare il ramo britannico, se c’è ancora, della famiglia?

    Di sicuro è un esempio di fede nella Provvidenza 🙂

  2. Bellissimo, ricordo che ne avevi già parlato altrove, vero?
    Io non ho documenti così antichi ma mi piacerebbe moltissimo sapere qualcosa in più sulla mia famiglia.
    Quindi hai radici inglesi, io penso che i miei antenati fossero tutti italiani, che noia! 😛

    1. sì è lo stesso racconto che ho pubblicato su fb un anno fa prima di iniziare il blog. ho radici inglesi, francesi e tedeschi, scozzesi…purtroppo niente italiani – che noia! 🙂

  3. Che bello, non è da tutti avere una lettera di un antenato vecchia di 3 secoli.
    Mi sembra di ricordare di aver visto a Philadelphia un luogo molto importante per i quaccheri, forse una casa dell’amicizia dove vissero nel 1700 con tante panche di legno, però purtroppo non ricordo di più…

  4. mi chiedo: questa lettera ha quasi 270 anni ed è arrivata a noi. Tra 270 anni i nostri pro pro pro pro pro pro pro nipoti leggeranno questo post su internet?