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Photo Credit: Lucca Italian School

Siete pronti a indossare i grembiuli per cucinare con la bellissima e divertente Eva, un’insegnante alla Lucca Italian School? Lei è una brava cuoca e il giugno prossimo durante la Matta e Lucca Italian School Language Immersion avremo la possibilità di preparare tanti piatti tipici toscani sotto la guida esperta di Eva. Guardando le foto che lei mi ha spedito recentemente, mi fa già venire l’acquolina in bocca e non vedo l’ora di trovarmi nella cucina con lei e tutti voi! In un guest blog Eva condivide con noi la sua passione per cucinare e ci racconta alcuni bei ricordi della sua infanzia. Lei anche condivide con noi una ricetta dei cantuccini, un biscotto tipico di toscana! Adoro i cantuccini!

Are you all ready to put on your aprons to cook with the lovely and entertaining Eva, a teacher at the Lucca Italian School? She is a great cook and next June during the Matta & Lucca Italian School Language Immersion we will have the chance to prepare many typical Tuscan dishes under Eva’s expert guidance. Looking at photos that she recently sent to me, my mouth is already water and I can’t wait to find myself in the kitchen with her and all of you! In this guest blog Eva shares with us her passion for cooking and tells us some of her favorite childhood memories. She also shares with us a recipe for cantuccini, a cookie typical of Tuscany! I love Cantuccini! 

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Photo Credit: Lucca Italian School
Ciao a tutti i lettori di Melissa! Sono Eva, del gruppo
di LIS Lucca Italian School, e vi aspetto nel
prossimo giugno 2014 qui a Lucca, in Toscana,
per parlare italiano e divertirvi con noi.

Hi to all the readers of Melissa! I’m Eva, from LIS Lucca Italian School
and I am looking forward to next June 2014 here in Lucca, Tuscany,
so that we can speak in Italian and have some fun together.

Dentro la scuola LIS, io sono anche la “responsabile” delle attività di cucina, e vorrei parlarvi un po’ di questa mia passione.

At LIS, I am the one responsible for the cooking activities and I would like to talk to you about this passion of mine.

Se dovessi scrivere il testo per un blog di cucina, mi sono chiesta, da dove inizierei?

I asked myself: If I were to write the text for a cooking blog where should I begin?

“Ciao a tutti, mi chiamo Eva, sono lucchese e mi piace tanto cucinare…” Noooo!

“Hi everybody, my name is Eva, I am Lucchese and I like to cook….”  Noooo!

Riproviamo: “Sono Eva, mi piace tanto mangiare e ho fatto di necessità (cibarsi di cose gustose) virtù (cucinare, quindi!), e siccome vengo da una famiglia numerosa, dove il momento più importante della giornata era stare seduti intorno a un tavolo dopo una giornata in cui tutti eravamo affaccendati con i nostri piccoli o grandi impegni, mi dà enorme soddisfazione condividere questa mia passione per il cibo, e  un buon bicchiere di vino!, con gli altri…

Let’s start again: “I am Eva, I REALLY like to eat, so I made a virtue out of a necessity! I like to eat really tasty food, and because I come from a big family, where the most important moment of the day was when we were seated around the table after we were done with our busy day, I associate good food with good times. It gives me enormous satisfaction to share this passion of mine for food and for a really great glass of wine, with others…

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Photo Credit: Lucca Italian School

Quando ero bambina avevo una tata, una zia di mia mamma non sposata (all’epoca si diceva zitella ) che probabilmente mi voleva così tanto bene da fare da cavia ai miei esperimenti culinari: mi ricordo di un tedioso pomeriggio d’inverno, avrò avuto 5-6 anni, passato in cucina a impastare farina e uova per ottenere un composto che pretendevo di chiamare pasta, condito poi con una specie di pesto a base di basilico, parmigiano, salsa di pomodoro e salsiccia (raccapricciante, no?!): e questa povera e anziana donnina a complimentarsi con me per la bontà della cenetta che le avevo messo in tavola!

When I was a child I had a nanny, a maiden aunt of my mom’s (in those days we used to call her an “old maid”). She loved me so much that she allowed herself to be a guinea pig to my cooking experiments: I remember one boring winter afternoon, when I was 5-6 years old spent in the kitchen making a concoction of flour and eggs to get the right consistency so that it sort of passed for pizza dough. I adorned with a made-up type of basil pesto, Parmigiano and tomato sauce and sausage (kind of scary, no?) and this poor old woman to her credit complimented me for the lovely dinner that I had put on the table for her to eat.

Oltre a questa adorabile “zietta”,  le altre due colonne portanti del mio amore per il cibo e lo stare insieme a cucinare sono stati i miei nonni materni: erano contadini, persone semplici di campagna, che si alzavano la mattina “al canto del gallo” e lavoravano tutto il giorno, passando dai campi, agli olivi, alla vigna, al bosco con gli alberi di castagno ( a seconda delle stagioni) e in ogni momento dell’anno dall’orto e dal pollaio!

Other than this adorable aunt, the two other pillars of experience who helped guide my love for food were my maternal grandparents: they were farmers, simple people from the country, who got up in the crack of dawn when the rooster crowed, and they worked all day long, moving from the fields of olives & grapes and into the forest where the chestnuts were (depending on the season). Every moment of the year they worked in the vegetable garden and in the chicken coops.

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Photo Credit: Lucca Italian School

Ogni tanto mia nonna concedeva a noi nipoti di “metterci le mani”: strappare via le erbacce, dare acqua alla verdura, raccogliere pomodori, fagiolini e zucchini maturi!  E poi portare  “il raccolto” in casa nelle cestine di vimini… tutto era così profumato

Every so often my grandmother would allow us grandkids to “help out” (get our hands dirty): pulling weeds, watering the veggies, gathering the ripe tomatoes, beans and zucchini. We would then bring the “harvest” into the house in wicker baskets…everything was so aromatic.

Ma indubbiamente il momento più bello era il sabato, quando c’era “da fare il pane”: proprio così, facevamo il pane a casa. Farina, acqua, lievito e sale e tutti a impastare! Mio nonno la mattina accendeva il forno a legna, mia nonna apriva la madia dove si impastava e metteva delle assi di legno in cucina, dove venivano messe le pagnotte di pane prima di essere cotte.

But definitely, the greatest moment was on Saturday, when there was “bread making”: it was really like that, we made our own bread at home. Flour, water, yeast, and salt, and everyone knead the bread! In the morning my grandfather would light the wood oven, my grandmother opened the chest for making bread and placed the wooden kneading boards in the kitchen where the loaves of bread were placed before being cooked.

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Photo Credit: Lucca Italian School

Poi tutti in fila facevamo una processione dalla cucina al forno, dove mia nonna infornava il pane da cuocere.

Then in a line, we made the trek from the kitchen to the oven, where my grandmother put the bread into the oven to bake.

Il pane rimaneva buono per una settimana e c’erano tantissimi modi per mangiarlo anche quando aveva qualche giorno “di troppo”!

The bread was good for a week and there were many ways of eating it even when it began to get a little hard and stale.

Poi mi ricordo di un pomeriggio, e a questo punto avrò avuto una quindicina di anni, in cui ho chiesto a mia mamma, personaggio molto empirico e poco scientifico, di aiutarmi a fare la pasta, visto che avevo organizzato una cenetta “lucchese” per i miei amici di liceo… alla domanda “quante uova?” la risposta fu “qualcuna”; poi “quanta farina?” e mi sentii dire “quella che serve!”… Aiuto!! Non so veramente come fu possibile, ma riuscii a mettere a tavola una decina di persone, e ciascuna aveva davanti un bel piatto di tagliatelle ai funghi!!

I also remember an afternoon, this must have been when I was about 15 years old, when I asked my mom, a hands-on kind of woman but not very scientific, to help me make the pasta dough. I wanted to prepare a “Lucchese” dinner for my college friends. When I asked my mom, how “many eggs”? Her response was “a bunch”. When I asked, “how much flour”? she replied “as much as you need!?… HELP!! I don’t know really how it was possible, but I managed to prepare a meal for about a dozen people… and everyone had in front of them a beautiful plate of tagliatelle with mushrooms.

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Photo Credit: Lucca Italian School

A questo punto penso di avere scritto anche troppo, ma rileggendo non riesco a eliminare nemmeno una virgola…anzi i ricordi sono così tanti che vorrei continuare a scrivere…

At this point, I think I have written too much, but re-reading everything, I can’t find a thing to eliminate…rather there are so many memories I want to keep writing…

Grazie Eva! Sei fantastica! Non vedo l’ora di conoscerti in persona! Vorrei provare uno dei tuoi piatti di tagliatelle ai funghi e sentire più dei tuoi bei ricordi!

Thanks Eva! You are great! I can’t wait to meet you in person! I would love to try a plate of your tagliatelle ai funghi e hear more about your wonderful childhood recollections.

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Photo Credit: Lucca Italian School

Ecco la ricetta di Eva per preparare i cantuccini col Vin Santo/ Traditional Tuscan biscuits with almonds:

Ingredients:

  • 400 gr. wheat flour
  • 200 gr.  sugar
  • 200 gr. o almonds
  • 3 eggs
  • 1 tea-spoon  yeast
  • 1 egg (to paint the biscuits)

Mix flour, sugar, eggs and yeast.

Add almonds.

Make little rolls (about 3 cms) with this mixture and press them with your fingers.

Put them in the oven  and cook for about 20 minutes.

Turn off the oven.

Cross-cut the little rolls and put them in the oven for other 30 minutes.

Eat them dunked in the “vin santo”  (a typical Tuscan wine for desserts).

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One Comment

  1. Ho cucinato con Eva due volte – Ed io posso raccomandarlo – è una sperienza molto buona – Eva è una buona cuoca! Buon appetito!