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Recentemente ho letto un articolo interessante intitolato “Il ruolo del filtro affettivo di apprendimento delle lingue”.

L’articolo parla delle cose che rendono facile o ostacolano il nostro apprendimento di una lingua straniera. Secondo quest’articolo ci sono i filtri invisibili nei nostri cervelli che determino il nostro stato di ansia o rilassamento. Per gli studenti con un filtro molto basso, imparare un’altra lingua è facile perché questi studenti non hanno paura di fare una brutta figura o di fare gli errori quando loro parlano. Sono tranquilli e rilassati e possono fare conversazione con un certo disinvoltà. Però per gli studenti con un filtro molto alto, imparare un’altra lingua è più difficile perché si sentono ansia e stress e la mancanza di fiducia in se stessi. Anche se possono capire bene la grammatica o hanno una buona conoscenza di vocabolario, gli studenti con un filtro alto hanno più paura di fare errori e questo può trasformarli in balbuzienti.

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Ho avuto una sensazione di leggerezza e liberazione dopo avere letto l’articolo sul filtro affettivo. Avevo un momento di “ah ha!” come se una lampadina fosse accesa nel mio cervello. L’articolo ha individuato questo fenomeno e l’ha spiegato in un modo chiaro, ma mi sono resa conto che questo processo mentale non deve controllare le nostre mente totalmente o ci definisce. Questi filtri sono inventati da noi e sono auto imposti, basato sulle nostre paure, inibizioni e qualche volta brutte esperienze d’imbarazzo. Se ci concentriamo troppo su questi sentimenti negativi siamo bloccati, paralizzati o facciamo più errori.

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Ma come possiamo liberarci di questi blocchi mentali e controllarli e non essere controllati da loro? Dobbiamo ristrutturare i nostri pensieri e il nostro approccio ad una lingua straniera.

Prima, dobbiamo smettere di cercare di essere perfetti ed accettiamo che nel corso di una conversazione che sbagliamo la grammatica o che pronunciamo male una parola. Quando smettiamo di giudicarci intensamente ed essere più pronti a perdonarci, gli errori perdono potere su di noi. Con la liberazione di bagaglio negativo che ci portiamo in giro nei nostri cervelli, avremo più confidenza e un auto stimo più alto; con la abbassamento dell’ansia, la curva di apprendimento sorge.

Alla fine, ricordatevi che imparare una lingua è un un gioco mentale e con un po’ di ristrutturazione dei nostri pensieri, possiamo essere padroni del gioco! Molto adatto gli Italiani dicono “è un gioco da ragazzi! Noi diciamo “piece of cake“.

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7 Comments

  1. Ma quanto è vero!
    Io mi sento molto in imbarazzo a parlare in inglese se ci sono anche degli italiani che sanno l’inglese: quelli che ormai parlano bene inglese sono la categoria peggiore pronta a giudicarti e a sparare sentenze per ogni errore che fai!
    Invece mi sento molto più sciolta e disinvolta se sto parlando con persone madrelingua perchè capiscono che sto facendo un grande sforzo per farmi capire!

  2. Brava, Melissa. Primo, per questa torta bellissima!

    Secondo, per questa frasa: “dobbiamo smettere di cercare di essere perfetti.” Sono statta prof di ESL, e noi, professori di lingua, cercono sempre nelle nostre classe di “lower the affective filter.” Importantissimo.

  3. Si può affrontare questo problema di comunicazione anche in modo più generico.Perciò mi è piaciuto tanto il “thriller logopedico” con Colin Firth di cui abbiamo parlato prima.Ad esempio,io non sono finora riuscito a superare il mio paura di parlare in pubblico.Ho sempre ammirato la gente che può esprimersi senza nessuna fatica qualunque sia l’occasione.
    A-a pre-ees-sto,Melissa!Leo

  4. Grazie Melissa –
    L’articolo è multo interessante! Credo che abbia un filtro alto 🙁 Amo anchio la torta! Posso avere la ricetta?

    Buon fine settimana!

  5. Ciao Melissa,
    molto utile il tuo articolo!
    direi che l’affective filter sia uno dei miei alunni, lo vedo spesso nelle mie classi 😉
    insegno inglese a adulti italiani in cassa integrazione in deroga (a sort of redundancy payment), spesso si tratta di operai che non entrano in una classe da tanti anni.
    Io provo a eliminare l’affective filter facendoli ridere e raccontando episodi buffi che mi riguardano, per far capire loro che anche la teacher fa errori e siamo tutti umani, nessuno è perfetto 🙂