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30 Giorni di Indie Travel Project Il giorno 16 del progetto e il tema è: “Bagagli – come viaggiate leggere – emotivamento o fisicamente? 30 Days of Indie Travel Project Day 16: “ BAGGAGE – How do you travel lightly – either emotionally or physically?“ 

Sono contenta di dirvi che durante i miei viaggi, non ho mai avuto un disastro con il bagaglio. Tocco ferro. Le mie valigie vanno e ritornano senza problemi. Però ho una storia divertente sui bagagli da raccontare. È successo durante una delle mie prime escursioni in Italia con mio marito. Mentre andavamo in macchina da Firenze a Lucca è iniziato a piovere. Ma questo non era un temporale Toscano normale. Questo era un diluvio, quasi un “fine del mondo” una specie di tempesta. Non riuscivamo a vedere molto oltre il parabrezza, ma stranamente la macchina veniva superata da guidatori più veloci…figurati!

I am happy to report that during my travels, I have never had a major baggage disaster. (Knock on wood.) My bags always seem to get there and back just fine. I do however have a funny little story about luggage to share. It happened during one of my first trips back to Italy with my husband. As we were driving from Florence to Lucca it began to rain. But, this was no ordinary Tuscan rainstorm. This was a deluge, almost “an end of the world” kind of storm. We could barely see two feet in front of the car and yet oddly enough our car was overtaken time and time again by faster zippier Italian drivers…go figure!

Quando siamo arrivati a Lucca, le strade erano piene d’acqua. Lentamente abbiamo attraversato le strade verso la Villa Romantica, un bed e breakfast, nello stile Vittoriano, evidentemente decorato da qualcuno molto innamorato dello stile Art Nouveau. L’acqua alta minacciava di stallo il motore, ma per fortuna siamo arrivati sani e salvi all’albergo stanchi e scombussolati. Dopo aver sistemato tutto con il proprietario mi sono girata verso mio marito e gli ho detto: “Va bene. Tutto pronto. Adesso possiamo andare a prendere i bagagli.” Ma lui mi ha semplicemente guardato senza dire nulla. La sua mancanza di una risposta inizia a irritarmi. Così ho ripetuto più forte. “Ok! Vai a prendere i sacchetti dal bagaglio della macchina.” Ancora una volta lui mi ha guardato come se fossi pazza. “Che cosa stai aspettando, VAI A PRENDERE I BAGAGLI!” l’ho sgridato. Roteando gli occhi lui mi rispose: “Boh, se mi parlassi Inglese, forse potrei capirti!”

When we got to Lucca, the city streets were full of water. Slowly we crept along making our way to the Villa Romantica, an over the top Victorian style B&B decorated by someone obviously enamored with the Art Nouveau. The rising water threatened to stall the engine, but fortunately we made it safe and sound to the hotel, tired and a bit discombobulated. After checking in with the night manager, I turned to my husband and said: “Ok! all set. We can go out and get the bags now.” But, he just looked at me and stared without moving an inch. His unresponsiveness was really starting to tick me off, so I repeated more loudly. “Ok! Go get the bags our room is ready!” Again he just looked at me like I was crazy or something. “What are you waiting for, GET THE BAGS!!!!” I yelled. Rolling his eyes he said: “Well, if you would just speak to me in English I might be able to understand you.”

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Povero uomo, stanco dopo una corsa straziante e la sua amorevole moglie lo sgridava. Ma… urrà per il mio Italiano! Ero così stanca e ho dimenticato di cambiare lingue e non mi sono resa conto che stavo parlando una lingua straniera con lui! Casualmente quando mio marito è andato a prendere i bagagli ha anche smesso di piovere.

Poor guy, tired after a harrowing drive and here his loving wife was screaming at him in Italian. But, yay for my Italian! I was so tired, I forgot to switch languages, so I didn’t realize I was continuing to speak in Italian with him! Eventually the rain stopped and together we carried the luggage to the room.

Quando io viaggio cerco di andare leggera e ho imparato l’arte d’imballaggio fino a farne una scienza e riesco ad essere piuttosto il minimalista quando necessario. Cerco di mettere tutto quello che ne ho bisogno in solo una valigia, con lo scopo di portarla al bordo, con il mio portatile, libro e ipod. Quando sono partita per l’Europa la prima volta ho preso con me un nuovo paio di blu jeans, uno zaino arancione brillante, e una valigia di medie dimensioni. Più recente fare la valigia è diventato più complicato, perché ci sono tante decisioni e l’ordine dei vestiti per decidere cosa da portare. Dopo tutto, voglio fare una bella figura quando viaggio all’estero, mentre aderisco alla regola “quando si va, poco è meglio”.

When I travel I endeavor to go lightly and I have the art of packing down to a science. I can be quite the minimalist when need be. I try to fit everything into one bag, that ideally I carry onto the plane, along with the laptop, book and ipod. When I set off for Europe the first time I took with me a new pair of jeans, a bright orange back pack and a medium size suitcase that I could carry all by myself. More recently packing has gotten a little more complicated, as it involves many decisions and the sorting through of clothes to decide what to bring along. After all, I do like to look cute and stylish when I travel abroad, while still I adhering to the rule “when going, less is more”.

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Alla partenza si viaggia leggeri, ma cambia sonata al ritorno…lì ci si appesantisce. E no, non sto parlando del peso che mi metto su dopo avere mangiato pasta ad ogni pasto quando sono in Italia. Saggiamente io metto alcuni sacchetti di più nella valigia che espandono per contenere l’universo per accogliere tutte le cose che non posso vivere senza e voglio portare a casa con me. Dopo tutto, chi può rifiutare un barattolo di miele dal giardino di un’amica o formaggio dalla fabbrica di Grana Padano o una ceramica deliziosa da Deruta. Non posso viaggiare in Italia senza portare in dietro almeno sei libri comprati alla Feltrinelli o un sacco di DVD scoperti nel mercatino a Roma…e quelle bottiglie di vino, comparte in Umbria durante le degustazioni, devono essere riportate a casa in qualsiasi modo. Quindi, io parto abbastanza leggera, ma ritorno a pieno carico.

While I may travel light when I depart, I am totally okay with traveling heavy coming home. And no, I am not talking about the extra weight I gain eating pasta at every meal when I am Italy. Wisely, I pack one or two additional fold up bags that expand to hold the universe to accommodate all the stuff I can’t live without and want to bring home with me. After all who can refuse a jar of home grown honey from a friend’s garden or packages of cheese from the Grana Padano factory in Mantova or a lovely ceramic plate from Deruta. I can’t travel to Italy without bringing back at least six books from the bookstore la Feltrinelli or a pile of Italian DVDs discovered in a Roman flea market… and those bottles of wine, bought in Umbria during our vineyard tastings, somehow have to make it back home! So, I may depart sensibly light, but I return fully loaded.

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4 Comments

  1. Ciao! poverino tuo marito, prima sommerso dall’acqua poi dalle urla in italiano:) Non so se ne hai già parlato, ma sarei curiosa di conoscere qualche tua esperienza con i dialetti italiani. Per il viaggiare leggeri, il nostro record è stato quest’estate, quando siamo partiti per una settimana all’Elba, da Lucca, con la nostra bambina di sei mesi e senza passeggino… lei adora il marsupio e noi pure! Compliemnti per il tuo blog ti leggo sempre volentieri!

    1. Ciao Jessica! È fantastico che sia stato possibile viaggiare leggere con la piccola bambina…non è facile affatto con un neonato! sembra che loro abbiano più roba di noi adulti a quell’età, anche se sono piccolissimi!!

      Per quanto riguarda i dialetti…è una lotta! Qualche volta non capisco un acca su twitter o quando ricevo un messaggio da qualcuno che usa linguaggio familiare o in dialetto. Sempre un po’ frustrante, perché dimentico che probabilmente non è italiano tradizionale “normale” se esiste! 😉 ma cerco di capire lo stesso…