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Sappiamo che in italiano ci sono quattro modi diversi per dire “tu” (you). Questi modi sono: tu, voi, Lei e Loro. Tu (singolare) e voi (plurale) sono i modi familiari e sono usati con le persone in famiglia, i bambini, gli amici cari e gli animali domestici. Lei (singolare) e Loro (plurale) sono usati per donne e uomini uguali, per le situazioni piu’ formali. Per esempio, quando si rivolge ad una persona anziana, un estraneo, un professore o qualcuno con cui non si condividono le confidenze.

Non era sempre cosi’. All’inizio, nel periodo Romano, la prassi non era quella di rivolgersi in un modo cortese alle persone piu’ superiori. Anche con l’imperatore fu usato il tu. Il modo “voi” fu introdotto come il primo tentativo di distinguere tra le persone piu’ elevate e le persone non nobili. Soltanto durante il rinascimento il “Lei” apparve, nelle corti sfarzose come il modo preferito di rivolgersi alle persone sovrastanti o qualcuno con cui non si stava in confidenza. “Lei” (con il maiuscolo “L”) e’ venuto da modi di dire eleganti come “l’eccellenza vostra” o “la sua eccellenza”. In tutte queste espressioni i nomi sono femminili, ecco cosi’ le frasi sono state abbreviate, semplicemente a “Lei” (she).

Ancora oggi i modi formali ed informali sono usati per distinguere tra le persone di diversi livelli sociali o vari livelli di educazione. Nel sud si usa il “voi”, ma per la maggiore parte, gli Italiani usano “Lei” per le situazioni formali e “tu” per le situazioni informali. Quando due persone, che all’inizio si danno del Lei, si sentono a loro agio, si chiedono “possiamo darci del tu”. In questo modo il rapporto tra loro cambia e significa che i due diventano amici. Di solito la richiesta non e’ mai rifiutata, la difficolta’ pero, e’ ricordare a chi tu hai dato il permesso di dare il tu!” Soltanto in Italia la scelta tra i diversi modi da dire “you”, diventa una differenza tra fare una bella o brutta figura! Che pressione sapere quando di usare “tu” o “Lei”! Ma guai a qualcuno che cerca di affrettare la situazione. Come è scritto in questo articolo Le domande che ogni candidato non dovrebbe fare alle interviste di lavoro: “Possiamo darci del tu?, “E le ferie?” quelle frasi stronca-colloquio”!

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L’altro giorno mentre guardavo “Un Posto al Sole” (puntata 19/3/10) ho visto un bell’esempio di quando due persone cercano di darsi del tu. Nonostante la storia frivole di questa telenovela, mi sento molto intelligente quando posso seguire le battute e le sottigliezze della lingua! Dunque ho trovato molto divertente questo scambio tra due uomini. Il primo uomo e’ Giacomo, il nuovo fidanzato di Silvia, la barista e la proprietaria del caffe’ Volcano. L’altro uomo e’ Michele, l’ex marito di Silvia. Giacomo e’ un proprio disadattato sociale! Cerca il consiglio dell’ex-marito per fare una bella figura con Silvia. Pero’ vediamo che c’e’ un po’ di confusione quando Giacomo usa lei, Lei e tu. Ci rendiamo conto che qualche volta dare del tu non viene facile o naturale!

Ecco la conversazione – piu’ o meno!

Giacomo: Permesso…

Michele: Ah, Salve….si’

Giacomo: Salve! Disturbo?

Michele: No. No. Ma pero’ se cerca Guido non c’e’. E’ uscita questa sera.

Giacomo: Non cercavo Guido, cercavo proprio Lei.

Michele: Me? Ahhh…di che cosa potremo parlare, io e Lei?

Giacomo: Di Silvia.

Michele: Ah, Silvia.

Giacomo: Si’… e’… cos’e per Lei non e’ un problema, che io vorrei chiederLe un consiglio?

Michele: Un consiglio.

Giacomo: Si’. Ecco fatto questo…io vorrei farle un regalo. C’e’ farle a lei Silvia, non a Lei Lei. No, a lei Silvia. Ecco. Forse e’ caso che ci dia del tu, no? Visti i rapporti.

Michele: Hm…Va be’.

Giacomo: Si’. Ecco vorrei farle un bel regalo, no? Qualcosa che le piace davvero. Capisci?

Michele: Si’. Perfettamente. Quello che non capisco e’ cosa posso entrarci io, ecco.

Giacomo: Lei? C’e’ tu? Tu sei la persona piu’ adatta per dare un consiglio, no? Sei stato marito per tanto tempo. Tu conosci sicuramente meglio di me i sui gusti. Per essere sincero, fare un regalo a una donna non e’ proprio la mia specialita’.

Michele: Immagino.

Giacomo: Anzi questa e’ la prima volta che mi capita!

La conversazione continua cosi’ e Michele dice che non puo’ aiutare Giaccomo. Alla fine Giaccomo, un po’ embarazzato esce. Pero’ come vediamo ha ancora difficolta’ con dare del tu….

Giacomo: beh… ci ho provato… ehhh, niente non Le faccio perdere altro tempo…, Le ringrazio e Le saluto….cioe’…ti ringrazio e ti saluto…

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11 Comments

  1. Io ho notato che devo davvero essere invecchiata tanto, perchè iniziano a essere tante le persone che mi danno del “Lei”, mentre fino a qualche anno fa questo non succedeva…
    di solito ci si rivolge con il “tu” quando si parla ai giovani anche se non è corretto se non sei in confidenza con loro!

  2. e qui si sa che si diventa vecchia quando i giovani aggiungono “m’am (per madam). Per esempio invece di semplicemente “Excuse me” (il modo normale) pensano che sia necessario di essere piu’ formali e e rispettosi e dunque dicono “Excuse me m’am” (di solito riservato per le persone l’eta dei loro genitori!) So che pensano di essere gentile…ma per una donna sicuramente e’ un insulto! 😉

  3. Altro giorno mia nuora che ha più di trenta anni era molto sconvolta perché qualcuno le ha detto “ma’am”! Poverina!

    Trovo molto interessante che questo modo formale e informale di dire “tu” é molto simile a quello della cinese. Inoltre, in cinese, possiamo anche usare il plurale “voi” invece di “tu” o “Lei” quando la situatione é un pó ambigua. É simile in italiano ( i.e. l’uso di “voi”)?

  4. @Melissa: è un po’ come quando ad un uomo cominciano a dare del “Signore”.

    @charlene: l’uso dei “voi” è da evitare assolutamente, nel linguaggio formale. Purtroppo è un’abitudine dura a morire al sud, dove spesso viene usato anche con persone giovani. Oggi vige la regola di darsi del “lei” tra persone che non si conoscono o hanno rapporti molto formali.

  5. Sulla nascita dell’uso del “lei” non sapevo nulla; non si finisce mai di imparare 🙂
    Hanno iniziato da un po’ a darmi del “lei”; anche il giovane padawan (stagista) che abbiamo avuto di recente ha continuato a darmi del “lei” non ostante le mie ripetute minacce :asd:
    Dovrò farmene una ragione e nel frattempo mi fingo piccato quando mi dicono che ho “una certa età” tanto per godermi l’imbarazzo dipinto sulla faccia del gioviname :asd:

  6. Wow Melissa. What a great blog article! Tanto lavoro ci hai messo. How can I watch the video? When I try it tells me it’s private and I need to accept an invite or friend request or s.t. simile.

    1. Ciao Jodina! Grazie per il feedback…sono una principiante a pubblicare i video tra YouTube! Ho dimenticato di cambiare i setting per farlo pubblico. Ho appena cambiato i privacy setting…provaci ancora e fammi sapere se adesso puoi vederlo!

  7. Io sono nata e vissuta in Sicilia e ho sempre usato il “Lei”.
    I miei nonni usavano il “Voi” .

    C’e` gente che dice che il “Lei” non si usa piu` in Italia…e` assolutamente falso.
    Chi ha buona educazione lo usa.

  8. A proposito di quest’argomento, ecco una barzelletta:
    http://www.mybestlife.com/ridere/fateci_ridere/lao_8.htm
    Darsi del tu o del Lei?
    Il direttore generale di una banca si preoccupa per un giovane funzionario rampante che dopo un periodo in cui aveva lavorato al suo fianco senza mai fermarsi a pranzo comincia ad assentarsi a metà giornata. Il direttore chiama l’investigatore privato della banca e gli dice: “Segua Marini per una giornata intera, non vorrei che lui fosse implicato in qualche cosa di sospetto.”

    L’investigatore esegue quanto richiesto, ritorna ed informa:
    “Marini esce normalmente a mezzogiorno, prende la sua macchina, va a casa sua a fare pranzo, fa l’amore con sua moglie, fuma uno dei suoi magnifici sigari e torna al lavoro.”

    “Ah bene, meno male, non c’è niente di male in tutto questo.”

    “Signor direttore, posso darle del tu?” chiede l’investigatore.

    “Sì, certo.” risponde sorpreso il direttore.

    “Ripeto: Marini esce normalmente a mezzogiorno, prende la tua macchina, va a casa tua a fare pranzo, fa l’amore con tua moglie, fuma uno dei tuoi magnifici sigari e torna al lavoro.”

  9. Premetto che bisogna distinguere ambienti formali e informali. Sono passati diversi anni.
    Oggi, diverse volte, vedo usare il lei, solo con le persone apparentemente invecchiate.
    Non vedo il rispetto che rappresentava in passato. Al massimo si usa per tenere una distanza. Nella mia città è rarissimo vederlo usare “solo” per rispetto.
    Soprattutto negli ambienti più informali, tipo un bar, spesso, i clienti, vengono trattati in modo diverso, secondo l’età apparente(non controllano certamente il documento)
    è ovvio che in questi casi non viene usato il “lei” come segno di rispetto “al curriculum” ma solo sulla base anagrafica.
    Addirittura, ho visto coetanei, trattati in maniera differente. Quello con l’aspetto “invecchiato”, si beccava il lei, gli davano del signore, veniva trattato quasi come un nonno.
    Quello con l’aspetto più giovanile si beccava il “tu, rapporto informale, veniva trattato meglio”.
    Non voglio generalizzare ovviamente.. voglio solo dire che almeno in alcune zone del nord Italia, il “lei” ma di più l’appellativo “signore” non sono più sinonimo di “persona rispettabile” ma solo di più vecchio o vecchio.
    Questo deriva dall’interpretazione di signore da “senior”, comparativo di Senex, citata anche sull’enciclopedia Treccani. Definizione che può essere facilmente verificata da fonti attendibili. Esistono altre interpretazioni dello stesso appellativo, ma necessitano una conoscenza discreta della persona e sono andate quasi in disuso in diversi ambienti.
    Si usava una volta come segno di rispetto, quando Signore era il proprietario di terreni, il 20enne il garzone.. ma appunto parliamo di altre epoche. Oggi ci sono 40enni che portano le pizze col motorino.. e 25enni che sono manager di grandi aziende(almeno in Europa).
    Suona ridicolo, a volte, usare un rapporto “asimmetrico” tu/lei, fra adulti solo su base anagrafica. Soprattutto se la persona che viene trattata “diversamente”, non è realmente anziana.
    Ho studiato in Germania. Nonostante il tedesco, non sia certamente privo di formalità, davo del “tu” ad un mio professore. è stato lui a volerlo.
    Il rapporto tra noi è sempre rimasto strettamente professionale e il rispetto nei suoi confronti non mancava.
    Oggi, dare del tu, è considerato da molti solo un modo più informale di parlare. Non toglie niente al rispetto per il curriculum della persona.
    Klaus Gehrig della Lidl, per fare un esempio, sempre in Germania, ha deciso di farsi chiamare “per nome” da 370 mila dipendenti, per lo stesso motivo. Questa iniziativa è stata criticata da alcuni, ma voleva dare un segno di cambiamento.
    Qui in Italia, almeno nella mia città del nord: vedo dare alle persone che si stimano spesso del tu.. quando il dialogo diventava conflittuale mi è capitato che qualcuno passasse al lei. (niente che faccia pensare a rispetto).
    Le persone che mi hanno trattato peggio e con più maleducazione, nella mia vita, hanno usato quasi tutte il “lei”, nei miei confronti.
    Esistono anche film comici nei quali le forme di cortesia vengono usate, oggi, per umiliare qualcuno. Nei film ambientati in altre epoche succedeva l’opposto.
    In conclusione: di solito mi regolo in base all’ambiente, alla persona… in ogni caso non penso che il “lei” e tantomeno l’appellativo “signore” rappresentino quel segno di rispetto di una volta. Finisci per apprezzare di più un “tu” dato con rispetto, che un “lei” dato in modo dispregiativo, mantenendo una distanza eccessiva, soprattutto se non tutti gli estranei adulti(e per adulti noi intendiamo dai 18/20 anni in su..) non vengono trattati allo stesso modo.
    Ho visto negozianti e commesse contare le rughe prima di decidere come rivolgersi a qualcuno, trattare adulti in maniera diversa a seconda dell’aspetto fisico.. potrà essere corretto formalmente, ma se devo dare un parere “personale”, non mi piace.
    P.s: è solo la mia opinione basata su esperienze reali.